Sicurezza informatica … si può?

Per tutelare la nostra privacy è necessario essere prudenti e… un pò paranoici.

Mesi fa è comparsa su web la foto di Mark Zuckerberg per festeggiare i suoi 500 mila seguaci di Instagram, sullo sfondo è possibile vedere un notebook con webcam e microfono “tappati” con del nastro adesivo.

L’errore più comune è quello di sottovalutare il problema, così sento chi mi dice di non avere dati importanti oppure chi mi dice di avere un sistema di sicurezza a prova di hacker.

Se Mark Zuckerberg, nonostante i suoi sistemi di sicurezza, ritiene utile utilizzare del nastro adesivo dovremmo tutti quanti riflettere.

A pensarla allo stesso modo c’è anche James Comey, direttore dell’Fbi, che pochi giorni fa ha rilasciato una dichiarazione che lascia spazio a pochi dubbi “Coprite le webcam, potrebbero usarle hacker per violare la privacy e ricattarvi“.

Purtroppo ci troviamo a lavorare sulla consapevolezza e non più sulla conoscenza, tutti sanno a cosa serve una webcam, un microfono e cosa (o chi) è un hacker ma i problemi vengono sottovalutati.

Tutti quanti siamo attenti alla nostra privacy nel mondo “reale” mentre non facciamo attenzione a quello che può succedere al di fuori di quello che percepiamo come mondo “reale”.

Le conseguenze di azioni “non ragionate” possono essere devastanti, per questo motivo sarebbe opportuno fare formazione iniziando dalle scuole per formare persone consapevoli.

Per quanto riguarda professionisti e aziende il rischio è comunque molto alto, se una persona viene compromessa è ricattabile e le conseguenze finali sono difficili da valutare.

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Roberto Bertoli – Marketing & Comunicazione su Web

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