Whatsapp e Snapchat chiuderanno in Inghilterra ?

in Inghilterra chiudono Whatsapp e Snapchat?Dopo l’attentato di Parigi, il premier inglese David Cameron parla della possibile chiusura dei servizi di messaging che utilizzano la crittografia dei dati.

Whatsapp e Snapchat sono avvisate, potrebbero essere bandite dall’Inghilterra per motivi legati alla sicurezza interna.

Non sappiamo se questa è una frase “elettorale” – che però può danneggiare Snapchat vicina alla quotazione in Borsa – o se potrà esserci un seguito, certamente si dovrà parlare in Europa di diritto alla Privacy e dignità dell’uomo anche in relazione all’affermazione fatta da una persona con un ruolo tanto importante.

Sempre per motivi di sicurezza nel 2013 la NSA ha fatto pressioni su Lavabit, il sistema di posta elettronica sicura utilizzato anche da Snowden, per poter “controllare” le comunicazioni degli iscritti.

Il fondatore di Lavabit così rispondeva nel suo sito “Miei cari utenti, sono stato costretto a prendere ua decisione difficile: diventare complice di crimini contro il popolo Americano o abbandonare quasi dieci anni di duro lavoro chiudendo Lavabit”.
La scelta, ovviamente, è stata quella di chiudere il servizio dimostrando coerenza e integrità morale non comuni.

Per un esempio a tutela della privacy non posso che riportarne un altro che, violando la privacy (ma rispettando le regole contrattuali del servizio), ha fatto un servizio alla comunità.

Ad agosto 2014 esce una notizia secondo la quale un algoritmo di controllo di Google ha segnalato una email del servizio Gmail contenente contenuto potenzialmente pedopornografico, Google ha avvisato le autorità e l’autore della email è stato arrestato, si tratta di un 41enne con precedenti e in possesso di materiale pedopornografico.

La minaccia di Cameron mi fa però ripensare alla notizia di chiusura di Google in Cina nel 2010.

Se ogni Stato dovesse arrivare a spiare ogni singola telefonata, a leggere ogni singolo messaggio, sarebbe difficile stabilire dove può legittimamente arrivare in nome della sicurezza.

Credo che i Governi dovrebbero chiedersi da dove sono arrivate le armi che hanno ucciso tante persone, tramite quali canali e da quali confini. Internet e i suoi servizi non uccidono ma possono essere un buon capro espiatorio in caso di inefficacia delle misure di sicurezza delle autorità preposte.

L’inefficienza di alcuni non deve gravare sulla libertà di altri, per il resto sono il primo ad accettare una minore libertà personale per una migliore sicurezza di tutti, ovviamente gestita da persone capaci.

Roberto Bertoli – Consulenza Privacy

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